La mattina dell’8 settembre 2025, due selvaggi di nazionalità palestinese, appartenenti al gruppo terroristico sunnita Hamas, hanno aperto il fuoco con mitragliette rudimentali contro un autobus della linea 62, che collega la zona settentrionale con quella meridionale della città santa di Gerusalemme.
I due terroristi, provenienti dalla Cisgiordania, giunti all’incrocio di Ramot, sono scesi dall’auto e si sono avvicinati in modo sospetto al mezzo. In un primo momento, l’autista ha coraggiosamente chiuso le porte dell’autobus, sperando di mettere in salvo i passeggeri. Tuttavia, quando i terroristi hanno aperto il fuoco contro i finestrini e le fiancate del veicolo, il conducente ha deciso di aprire le porte per consentire l’evacuazione dei civili innocenti.
Purtroppo, i terroristi, Mohammad Taha, di 21 anni, e Huthanna Amro, di 20 anni, sono stati più rapidi e sono riusciti a salire a bordo del mezzo pubblico, dove hanno aperto il fuoco ad altezza d’uomo. L’attentato è stato sventato grazie al coraggioso intervento di un militare israeliano appartenente alla brigata Asmonea e di un civile con regolare porto d’armi.
Poco dopo, sul posto sono intervenuti i soccorritori del Magen David Adom e gli agenti della polizia di frontiera MAGAV. Durante l’attacco hanno perso la vita sei civili israeliani e una decina sono rimasti feriti. Il numero di morti e feriti è stato fortunatamente limitato grazie all’intervento di un eroico autista di taxi, che non solo ha messo in salvo la propria clientela, ma anche diversi passeggeri presenti a bordo dell’autobus. Le reazioni di Hamas e di Gerusalemme non si sono fatte attendere. L’ufficio stampa dei jihadisti palestinesi ha definito l’azione un “gesto eroico” di lotta contro cristiani ed ebrei, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele non fermerà la guerra a Gaza fino al totale sradicamento di Hamas e al ritorno di tutti gli ostaggi.
Nel pomeriggio, il presidente Isaac Herzog ha telefonato personalmente al conducente del taxi per complimentarsi per la sua azione eroica e per la lucidità dimostrata in un momento di grande pericolo e spavento. A seguito dell’ ennesimo attentato volto a colpire la libera democrazia di Israele, Il ministro della difesa israeliano Israel Katz, insieme al primo ministro Benjamin Netanyahu e al presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, ha dato il via a una vasta operazione militare antiterrorismo che ha portato all’eliminazione di diversi esponenti di Hamas presenti in Qatar per una riunione.
Tra questi figurano Muhammad Darwish, presidente del consiglio della Shura di Hamas, diversi suoi consiglieri e alti funzionari dell’ufficio politico di Hamas, come Khaled Meshaal e Izzat al-Rashiq. L’emiro del Qatar, Tamim al-Thani, ha condannato l’attacco, dichiarandosi pronto a difendere la sovranità nazionale del Qatar da Stati Uniti e Israele in caso di un ulteriore attacco più massiccio. Nel frattempo, tutte le ambasciate dei paesi occidentali presenti in Qatar sono state messe in stato di massima allerta.
La presunta vulnerabilità israeliana
L’attentato perpetrato dai terroristi di Hamas nella parte settentrionale della città santa è stato compiuto non solo con lo spirito jihadista di uccidere tutti coloro che considerano infedeli, ossia cristiani ed ebrei che non si piegano alla dittatura imposta dalla sharia, che, secondo questi terroristi, dovrebbe regnare nei quattro angoli di Sion, ma anche con un istinto quasi animalesco di superiorità e sottomissione dell’altro.
Questo attacco è stato alimentato sia dal desiderio di ottenere una vittoria in campo militare sia dalla volontà di dimostrare al mondo intero una presunta vulnerabilità e debolezza, sia militare che sociale, della società israeliana, causata dalle continue proteste nei confronti del governo Netanyahu e del modo in cui sta gestendo la crisi.
A queste proteste hanno preso parte anche diversi familiari degli ostaggi, che chiedono una linea più diplomatica per ottenere un’immediata liberazione degli ostaggi. Tuttavia, questa percezione di vulnerabilità e debolezza si è dissolta a seguito di quanto accaduto nella capitale del Qatar, dove Israele ha condotto un’operazione antiterroristica memorabile tramite l’uso di droni.
L’attacco, paragonabile all’operazione “Ira di Dio” per la precisione e il profilo dei personaggi coinvolti, avvenuta a seguito dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ha permesso non solo di smantellare il vertice della piramide dell’organizzazione e di scoraggiare i terroristi presenti nella Striscia di Gaza e in Libano, ma anche di riaffermare la superiorità militare di Israele in campo internazionale, sia agli occhi degli alleati euro-americani e sunniti rientranti nella sfera della lega araba, sia di fronte ai nemici sciiti.
Tuttavia, la battaglia di Israele in nome della propria esistenza e della difesa dei valori comuni giudaico-cristiani non è finita, a causa dell’inquietante potenza dell’estremismo islamico. Nonostante ciò, continuo a essere dell’avviso che il lume della cultura sionista, sostenuta dai valori occidentali di libertà e democrazia, riuscirà a scacciare il buio proveniente dal Medio Oriente.

